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A cura di: Andrea Impera & Filippo Fratini
I polpi, fascino e cenni storici nei rapporti con l’uomo
Questa sezione – curata da Andrea Impera e Filippo Fratini su iniziativa della ASD Blu Deep Emotions - nasce per contribuire ad accrescere e ad alimentare la conoscenza da parte dei subacquei (e non) dei cefalopodi ottopodiformi presenti nel mar Mediterraneo, attraverso la pubblicazione di documenti, workshop ed eventi a tema, e la realizzazione di iniziative di Citizen Science.
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Il polpo nelle antiche civiltà
È assai risaputo come l’interesse dell’uomo nei confronti dei cefalopodi e in particolare di quelli ottopodiformi risulti, da un punto di vista storico, assai remoto. Esso, almeno nel bacino mediterraneo, è infatti stato abbondantemente e debitamente documentato dalle principali civiltà che si affacciavano sul mare, le quali, in numerosi scritti, fanno menzione circa le variegate tecniche che venivano impiegate al fine di catturarli.
Al contempo, i polpi ebbero modo d’ispirare pure le abilità artistiche di queste civiltà, sia nell’età imperiale di Roma che in quella dell’antica Grecia, in cui abili artigiani li raffigurarono nel vasellame, in splendidi affreschi su pareti e soffitti, o in vivaci mosaici di pasta vitrea.
In uno di questi, per esempio, risalente al secondo secolo a.C., e proveniente da Pompei, è rappresentato un assortito gruppo di animali marini. Al centro, protagonista indiscusso, vi è riprodotto un ottopode nell’atto di catturare un aragosta. Si tratta di un’opera davvero pregevole che ancora oggi, dopo aver superato le ingiurie del tempo e la violenza dell’eruzione Vesuviana del 79 d.C. suscita tutta la nostra ammirazione.
Il polpo tra storia e leggenda
Con il progredire della navigazione crebbero, sul conto di queste creature, anche molte fantasticherie, le quali si originarono, con tutta probabilità, da reali avvistamenti di calamari giganteschi. È ai cefalopodi, infatti, che sono legate le più raccapriccianti storie di creature mostruose che, da generazioni, si tramandano e che tuttora, superata abbondantemente l’alba del XXI° secolo, perdurano in alcuni luoghi.
Racconti mitologici, riguardanti mostri marini dotati di tentacoli, risultano presenti un po’ in tutte le antiche culture, laddove legate al mare per questioni geografiche o per fini commerciali. È dunque ben comprensibile come l’immensa “distesa blu” abbia agevolato molte leggende, alimentate peraltro dalla scarsa conoscenza dei suoi naturali abitanti e degli elementi che agiscono su di essa.
L’avvistamento di un calamaro gigante, ad esempio, deve essere stato un elemento assai più ricorrente di oggi, motivo per cui non è difficile immaginare quale orrore si sia impadronito dei marinai nello scorgerne la sagoma emergente, magari quando i loro grandi occhi riflettevano scintillanti le ultime luci di un tramonto. Allora ecco che, complice la notte, si raccontavano le storie più agghiaccianti, si disegnavano su carta e si incidevano su avorio tentacoli in procinto di stritolare velieri e ingoiare uomini.
Pare che il termine di “kraken” utilizzato per denominare tali giganteschi esseri ebbe origine nella Penisola Scandinava, peraltro già in epoca posteriore alla metà del XIIIo secolo. Ebbene, dopo mezzo millennio viene perfino ripreso in varie opere scientifiche, tra le quali “Systema Naturae”(1752) dello svedese Carlo Linneo (1707-1778), il “padre” della classificazione degli esseri viventi. L’eminente scienziato, infatti, giunse a utilizzarlo per classificare un’ipotetica specie appartenente alla classe dei cefalopodi.
Il polpo in letteratura
Una curiosa testimonianza su un polpo “gigantesco” è riportata anche da Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) in “Naturalis Historiae”. Egli ci riferisce che tale esemplare, all’imbrunire, aveva preso l’abitudine di saccheggiare i vivai romani di ostriche e aragoste. Una notte, i guardiani esasperati, decisero di sorprendere l’animale con l’ausilio dei loro cani e dopo una furiosa lotta l’ottopode fu ucciso. Resoconti di tal sorta, ci proiettano direttamente nella cripto zoologia. Tra gli studiosi italiani più conosciuti vi sono Maurizio Mosca, Pasquale Saggese, Giancarlo Costa e Silvio Bruno. I mostri “tentacolati” seppero poi ispirare immortali capitoli della letteratura, si pensi a quanto descritto da Jules Verne (1828-1905) in “Ventimila leghe sotto i mari” (Vingt mille lieues sous les mers-1870) quando il sottomarino Nautilus viene attaccato da una “piovra” gigante.
Di sicuro c’è che, da sempre, l’incontro con un ottopode costituisce, per ogni subacqueo che pratichi questa meravigliosa attività a scopo ricreativo, un’occasione speciale e indimenticabile. Troppo appariscente e straordinaria, questa creatura, per soffermarsi solo fugacemente di fronte ad essa.
Il polpo “star”!
A livello globale, un esempio più distensivo dei rapporti tra l’uomo e questi molluschi marini, è avvenuto durante i mondiali di calcio del 2010 svoltisi in Sudafrica, per merito di “Paul”, un polpo comune (Octopus vulgaris) ospitato al “Sea Life Center” di Oberhausen in Germania. “Spinto a pronosticare” la squadra vincente di un determinato incontro, ebbe numerose intuizioni che gli valsero l’appellativo di “primo polpo indovino della storia”. A livello internazionale, un simile teatrino fu sicuramente positivo per l’immagine di simpatia che ne seguì, e su tali molluschi, pian piano, si è certamente sviluppato un maggior rispetto ed un propositivo interesse finalizzato a conoscerne non soltanto le caratteristiche comportamentali ma anche gli aspetti legati alla loro biologia.
Cosa può fare il subacqueo per il polpo: le iniziative di Blu Deep Emotions
Riguardo i cefalopodi in generale, e ivi compresi i polpi, vi è sempre stato un limite, ovvero la mancanza di osservazioni approfondite sul loro comportamento in ambiente naturale.
Si tratta di qualcosa che suscitò non pochi rammarichi e notevoli frustrazioni nei teutologi del passato, ma che sostanzialmente sussiste ancora oggi. Roger Hanlon, tra i maggiori esperti viventi di questi animali, in una recente revisione del testo “Cephalopod behaviour II ed. (2018)”, è tornato con qualche riflessione proprio su tale aspetto, soffermandosi così a puntualizzare: “È interessante notare che l’ampia disponibilità di fotocamere digitali ha aumentato il flusso di prove aneddotiche, ma è stata anche responsabile di una serie di bufale. Tuttavia, i pescatori, così come i subacquei ricreativi, quelli professionisti e i fotografi, possono sovente dare preziosi consigli su dove e come trovare un determinato cefalopode. Sappiamo così poco di essi che di solito vale la pena ascoltare tali loro informazioni. Simili approcci, nello studio dell’etologia dei cefalopodi, possiedono vantaggi e svantaggi, ma è pacifico che non esista un metodo più corretto di altri per studiare questi o altri animali. Nondimeno, è importante che le osservazioni e le registrazioni di ciò che i cefalopodi compiono realmente vengano sempre considerate dai ricercatori, per quanto sofisticati possano risultare le analisi e gli esperimenti di laboratorio”.
In questo contesto dunque, il subacqueo ricreativo, attraverso le proprie segnalazioni e il materiale foto-video raccolto può rappresentare un prezioso supporto a favore di quella ricerca finalizzata ad una migliore comprensione di queste creature. Tuttavia, per poter assurgere o ambire a tale compito, sarà indispensabile il possesso di concetti e nozioni specifiche e in ciò si rivela, prezioso e imprescindibile, il ruolo di professionisti e l’affiancamento di esperti docenti.
Articoli
Dimorfismo sessuale nei polpi
(a cura di Andrea Impera)
Schede per l'avvistamento di polpi
(Da compilare e reinviare)
Identificazione secondo le caratteristiche
Scheda Avvistamento
Per i curiosi:
Con grande sorpresa sappiamo di come un polpo sia riuscito a catturare un pesce sorpione, una delle specie aliene più pericolose:
BIBLIOGRAFIA:
- Carl Von Linné: 1735, Systema Naturae 1 a Ed.
- Gaius Plinius Secundus: 77 d.C., Naturalis Historiae, libro X
- G. Castiglioni: 2011 e 2017, Mostri dei mari italiani (articolo web).
- J. Verne: 1870, Vingt mille lieues sous les mers.
- Il polpo Paul: https://it.wikipedia.org/wiki/Polpo_Paul
- Roger T. Hanlon, John B. Messenger: 2018, Cephalopod Behaviour II ed. Cambridge University Press. Pag. 27 - 28